Saturday 17 September 2016

Viva il Cibo Made in Italy?


Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, e Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, hanno recentemente chiesto che le etichette del cibo in vendita nei supermercati in Italia riportino anche i paesi da cui gli ingredienti sono stati importati. Questo in reazione alle polemiche scoppiate quando si è scoperto che Eataly, supermercato di buon cibo 'made in Italy', vende 'pasta italiana' fatta con grano importato dal Canada e da altri paesi.

Tutto questo è sacrosanto, perchè più sappiamo del cibo che mangiamo e meglio è. Però colpisce anche che tutta l'attenzione si concentri sull'origine geografica degli ingredienti, che senza dubbio è importante ma non è l'unico problema. Per esempio, da qualche tempo, la carne e il pane confezionati dagli stessi supermercati che poi li vendono non hanno più gli ingredienti sull'etichetta. Spariti. Per trovarli bisogna andare a leggersi il 'libro degli ingredienti', che di solito si trova dall'altra parte del supermercato, che devi chiedere a qualcuno del personale o che, come mi è capitato in Inghilterra, dove vige la stessa regola, non si trova.

La sparizione degli ingredienti non ha suscitato le stesse polemiche della sparizione della loro origine geografica, ma è ugualmente, se non maggiormente, importante. Le carni, specialmente quelle lavorate come salsiccia, hamburger e wurstel, contengono spesso nitriti e altre sostanze giudicate in grado di causare, o almeno incoraggiare, alcune malattie. Se poi la carne coi nitriti venga dalla Germania o sia made in Italy a me personalmente sembra un problema minore. Lo stesso accade col pane, che a volte contiene strutto o altri grassi animali che sono più dannosi di quelli vegetali. Ma niente, il problema più importante sembra quello della provenienza, come se il fatto di essere italiano desse al cibo una patente di assoluta purezza e genuinità.

Francamente, a me non sembra, anche alla luce dei continui allarmi che riguardano il nostro cibo. Personalmente, tra una pasta fatta con grano canadese e una prodotta con grano della terra dei fuochi, preferirei la prima. E questo cavalcare il cibo made in Italy a tutti i costi, alla fine, mi sembra un modo semplice e a costo zero per rinfocolare l'identità italiana, in crisi non certo per colpa del grano canadese.

No comments:

Post a Comment